Il Conservatorio delle Cucine mediterraneee.
I risultati della sperimentazione
La sperimentazione del Conservatorio delle cucine del mediterraneo
si è svolta in tre fasi:
- Val Graveglia
- Ponente genovese
- Valle di Recco
caratterizzate da tre approcci metodologici diversi, anche se concorrenti a una finalità coerente.
- la prima fase, ha visto al centro dell'indagine una rilevatrice locale, si voleva cioè verificare la possibilità di un'azione che partisse dallo stesso contesto, in cui le interviste si svolgessero nell'ambito familiare o tutt'al più amicale. Un contesto che si è rivelato assai esteso e in una valle costituita da un unico grande comune (Ne) l'esperimento ha avuto un largo successo.
La realizzazione si è mostrata agevole e ha fornito i risultati previsiti nei tempi indicati.
- la seconda fase, incentrata sulla individuazione delle cultivar locali, anche come controllo tecnico della fase precedente e sulla possibilità di un approccio più esterno e -- al tempo stesso più controllato -- alle fonti orali. E' in questo contesto che, a fianco dell'indagine sulle varietà locali delle piante coltivate, hanno assunto massima evidenza i caratteri materiali dello scambio, i caratteri dei testimoni, il rapporto fra contesto sociale, vissuto e praticato dall'interno nella prima fase, conquistato e valutato nella seconda, come si può valutare dalle ricette raccolte con l'intervista.
- la terza fase, tende invece all'equilibrio delle due dimensioni, quella informativa, incentrata sul ruolo della produzione, e quella della caratterizzazione delle fonti, incentrata in particolare sulle fonti orali e sul ruolo dell'intervista. E' proprio nella caratterizzazione delle produzioni locali, nella identificazione di alcune pratiche, specifiche dell'area d'indagine (pur senza divenire 'tipiche'), nella natura di sintesi di altre ricerche di terreno che l'indagine si inquadra. E' questo un modello probabilmente ripetibile, destinato tuttavia a dare luogo volta per volta a risultati fortemente differenziati.